Il racconto appassionato delle pagine di Storia che più affascinano, da sempre, Valerio Massimo Manfredi. Ulisse, l'uomo dal multiforme ingegno e dalla mente colorata, visto come il capostipite di una nuova umanità. Alessandro Magno, il visionario assoluto, con il suo sogno di impero globale che non si è realizzato, e che però ci ha lasciato una magnifica eredità di civiltà, tecnologia e arte. L'orrore della guerra e della violenza nella strage di Teutoburgo, la tragedia più dolorosa della storia militare romana. Fino a quelle pagine salienti della contemporaneità come le guerre mondiali del Novecento, in cui la Storia, da vera magistra vitae, si ripete e si rivede. È uno degli autori italiani più letti e tradotti nel mondo: forse perché non ha mai avuto paura di girarlo, il mondo, e curiosare nelle sue pieghe con tutti i mezzi a sua disposizione. Uno sceneggiatore e un divulgatore televisivo, un archeologo e un professore che tiene conferenze nelle università più prestigiose. Se c'è un uomo che nell'arco di una sola vita ha vissuto tante vite, e tutte di successo, questo è Manfredi. Le pagine di questo volume, curato dal figlio Fabio Emiliano, sono come una lezione di scuola, in cui convivono storiografia, filosofia, etica civile. Una di quelle lezioni che, da studenti, avremmo sempre sognato di avere dal professore più bravo e affascinante di tutti, quello che sa incantare con le parole, e fa amare la cultura come nessun altro. Lezioni, interventi pubblici, interviste in cui si può trovare il Manfredi più autentico: lo storico, lo scrittore e l'uomo. Ci sono le origini contadine della famiglia, la lezione di vita del padre, gli studi e le prime avventure da giovane archeologo con pochi soldi in tasca e tanta passione. Quella passione che lo ha portato a ideare la grande avventura archeologica sulle orme del cammino dei Diecimila narrato dall'Anàbasi di Senofonte. C'è il racconto di come sono nati i primi romanzi storici. Il successo che arriva non subito, ma dopo tanto lavoro e fatica. Il tutto sempre tenendo fede all'insegnamento del padre: «Non dire mai sono stanco».
TITOLO IN CATALOGO Verifica disponibilitàMolti imperi scompaiono avendo lasciato dietro di sé un campo di sterminio, rovine, massacri e... niente altro. Roma ha lasciato una civiltà. Viviamo ancora nella sua legge, ci avvantaggiamo del suo sistema di comunicazione, delle poderose e geniali tecniche costruttive, parliamo la sua lingua, in tante e diverse parti del mondo. Alcuni dei popoli che sono stati interessati dalla dominazione romana non avrebbero poi avuto alcuna pietà quando, a loro volta, si sarebbero trovati nel ruolo degli invasori. Avrebbero distrutto, ucciso, saccheggiato: in questo, la storia del genere umano è tristemente quella che è. Gli "altri" non erano migliori. Una volta ancora la differenza è in ciò che rimane dopo. O che non rimane affatto. La narrazione storica rifugge illusorie classifiche morali, ma quel che è certo è che bisogna sentirsi orgogliosi della civiltà che l'antica Roma ci ha lasciato, orgogliosi di esserne, in tanti, eredi. Dalla dura lezione delle pandemie al razzismo, dal virus della corruzione alla tensione per l'innovazione, l'epopea di Roma - a saperla leggere - può scacciare il buio che spesso ci inghiotte, illuminare il nostro presente, edificare il nostro futuro.
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