Sviluppando la competenza critica della psicoanalisi nei confronti dei fenomeni sociali, è possibile avviare un esame dei fenomeni difensivi altamente patologici e socializzati che confluiscono e si manifestano in comportamenti di grandi gruppi che arrecano, nonostante le apparenze di utilità, disagi gravi e sofferenza e che, per questo motivo, hanno caratteri simili alle perversioni. Si indaga se l'esperienza psicoanalitica degli individui, associata a quella dei piccoli gruppi e allo studio interdisciplinare dei fenomeni sociali, possano insieme fornire indicazioni e prospettive per una migliore comprensione e cura delle patologie sociali.
TITOLO IN CATALOGO Verifica disponibilitàIl volume raccoglie una scelta di scritti, maturati nel corso di cinquant'anni di lavoro clinico e teorico, sulle tracce e verso il narratore psicoanalitico quale "dono dell'altro", la cui origine è all'inizio della vita, con le cure parentali. «La sua funzione - scrive Di Chiara - è in prima istanza quella della cura. Ma con questo, nel rapporto con l'altro, è anche quella della fondazione del senso di identità e del senso della bellezza. Ciò avviene attraverso un percorso che dura per l'intera esistenza, percorso di origine, sviluppo e conferma, attraverso le vicende della vita e dell'analisi, quando questa incrocia la vita». Il narratore psicoanalitico "prende vita e parola" nei due protagonisti del processo psicoanalitico, il paziente e il suo analista, che devono sapere "accettare e poi favorire l'ispirazione che viene dai loro narratori". È in questo che la psicoanalisi incontra l'estetica, l'arte, e mette a disposizione la sua specifica tecnica costruttiva ed espressiva, realizzando l'evoluzione della psicoanalisi, che è l'argomento del capitolo a chiusa del volume: «È il tentativo di riassumere quegli sviluppi che ci sono stati negli anni, ormai più di un secolo, nei nostri modelli teorici e nelle nostre pratiche tecniche. Quegli sviluppi che non hanno prodotto altre psicoanalisi, ma fatto crescere la psicoanalisi, guidata dal suo metodo, ma anche emancipata dall'idea che tutto è già stato visto e scoperto, riaprendo la mente alle nuove scoperte».
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